Il padronato e il governo, complice la crisi internazionale e parte del sindacalismo confederale, stanno provocando uno tsunami devastante in tutto il mondo del lavoro e non solo, cancellando diritti, posti, regole e potere d’acquisto dei magri salari.
Il nostro territorio sta pagando un prezzo elevato in termini di perdite occupazionali, dalla Merloni di Fabriano al Cantiere di Ancona si evidenzia una scia continua di fallimenti, delocalizzazioni, mobilità, cassa integrazione in provincia e in regione.
In tutto il paese si delinea all’orizzonte una “macelleria sociale” provocata dallo scadere degli ammortizzatori sociali, totalmente inadeguati alla portata della crisi, e all’aumento della disoccupazione, innescando lotte tra poveri, razzismo e aumento della precarietà, dell’insicurezza, dello sfruttamento.
Abbiamo gridato che non avremmo pagato una crisi voluta e cresciuta all’ombra delle speculazioni finanziarie e del capitalismo internazionale, ma attualmente gli unici ad aver pagato siamo proprio noi, lavoratori, disoccupati, studenti mentre banchieri e industriali continuano ad arricchirsi grazie anche agli aiuti statali.
Nella politica, l’opposizione, sta reagendo come un pugile suonato, incapace di infliggere colpi incisivi, barcollante, privo di quella lucidità che a dire il vero non ha mai avuto, in quanto da sempre è a caccia di poltrone e frequenta le piazze soltanto per strumentalizzare per fini elettorali le lotte operaie.
Riteniamo questo sciopero generale di 4 ore utile soltanto come punto di partenza per un reale cambio di rotta, è necessario cambiare marcia, noi non ci stiamo ad essere fatti a pezzi, riprendiamoci le piazze, riprendiamoci la vita.
Solo la lotta paga!
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