“Le Marche, l’Italia in una regione”, mai slogan fu più appropriato. La nostra regione assomiglia sempre più all’Italia devastata dai profitti industriali, dalle speculazioni degli sciacalli di turno, dai facili guadagni che una classe imprenditoriale senza scrupoli fa a spese dei cittadini grazie alle complicità del palazzo. La centralizzazione della produzione di energia elettrica in provincia d’Ancona, zona ad alto rischio ambientale, vede la Sadam e l’Api farla da padroni con la costruzione della centrale a biomasse e la pipeline per il bio-diesel. La Sadam di Maccaferri non si fa scrupoli e cerca di massimizzare i suoi profitti su tutto il territorio regionale, ma la volontà e la determinazione dei cittadini si fa sempre più sentire da Fermo, al Pesarese, alla Vallesina e in tutta la regione.
Non basta! Si paventano progetti devastanti un po’ in tutta la regione: rigassificatori, centrali turbogas, elettrodotti e perfino una centrale nucleare. E, se si vuole, viste le cronache del passato, non è detto che le devastazioni edilizie non favoriscano, come in varie parti del paese, anche da noi frane e smottamenti di vario ordine. Insomma un quadro preoccupante sintomo di una classe politica ed industriale buona solo a leggere il territorio in termini di saccheggio, di potere e di profitti per pochi a danno di molti.
In questi giorni si sta rendendo più difficile la lotta contro la TAV in Val Susa. Una lotta fatta dal basso, dai cittadini, fuori da giochi di partito e di potere. Una lotta che dà fastidio a molti e che vede una reazione feroce contro la libertà di protesta, con feriti ed arresti indiscriminati e menzogne mediatiche. Nelle Marche ancora non si è arrivati a tanto, di certo la volontà dei cittadini che dal basso hanno costituito e reso attivi comitati a difesa della salute, non sempre è ben accetta. Ciò nonostante in alcuni casi si sono smascherati i giochi torbidi della politica, fermati progetti pericolosi, ed evidenziato quanto siano piccoli gli spazi di libertà e di democrazia a disposizione della collettività per difendersi dai soprusi del potere.
Dal canto nostro la lotta continua contro la Sadam di Jesi, contro chi vuole lo scontro fra le ragioni dell’ambiente e quelle del lavoro, a difesa della libertà di parola, della salute pubblica e di un futuro occupazionale certo, produttivo, e non fatto solo per ingannevoli speculazioni finanziarie.
Continueremo a far sentire le ragioni della collettività, saremo a fianco dei cittadini e dei lavoratori ogni volta che dal basso si difende la dignità umana e si costruisce la giustizia sociale.
Solo la lotta paga!
Federazione Anarchica Italiana
sez. M.Bakunin Jesi
sez. F.Ferrer Chiaravalle
Centro Studi Libertari “L.Fabbri” Jesi
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