Macerata
è una città della profonda provincia italiana, come tutte le altre
città d’Italia, e come anche le periferie di Milano, Roma, Torino,
Napoli, etc. La profonda provincia dove facilmente cresce ed esplode
l’odio; dove si può chiamare scimmia una donna (a Fermo) ed ammazzare il
marito che la difende. Una provincia rabbiosa e viscerale, come quella
di Firenze dove sette anni fa vennero uccisi due senegalesi, o Busto
Arsizio, dove tornano i roghi in piazza delle donne che la pensano
diversamente, anche se, fortunatamente, solo in effige. E tanti altri,
troppi, episodi squadristi di questi ultimi anni di cui c’è da perdersi,
nell’elencare la violenza conseguente alla campagna d’odio della Lega,
Casa Pound e Forza Nova, tollerata da molti altri, negata dai media e,
funzionale a far dimenticare i veri problemi di questo paese,
affogandoli in una guerra fra poveri.
In
questi giorni sta uscendo nelle sale il film “Sono tornato”,
scopiazzatura della versione tedesca “Lui è tornato”, con un taglio
comico discutibile ed una lettura molto superficiale di cosa sia stato e
di cosa è il fascismo, dimenticando che, al di là di ogni valutazione,
commento, riscrittura e revisionismo (o negazionismo) il fascismo è in
primo luogo violenza. Violenza fisica, sopraffazione, uccisioni,
desaparecidos, stragi, guerre, e negazione delle libertà, razzismo,
discriminazione. Il fascismo è far morire affogati i profughi in mare o
congelati alla frontiera.
Il
fascismo non è un momento passeggero della politica che può farsi più o
meno autoritaria, una dittatura dolce, un … “prima gli italiani”. Non
c’è stata idea politica in questo paese che non abbia concorso alla
morte di così tanti italiani come il fascismo.
Di
fronte a questo c’è chi pensa che un articolo della costituzione, una
disposizione di legge, una mozione parlamentare, un ordine del giorno o
un impegno istituzionale possano arginare la violenza montante. In
realtà il fascismo si combatte rifuggendo la violenza, riconoscendo le
diversità, non accettando nessun tipo di provocazione e garantendo
altresì salute, scuola e lavoro a tutti. Il fascismo si combatte
allargando i diritti e le libertà, civili, sindacali e sociali, non
riducendole. Ma soprattutto il fascismo si combatte assumendo il
coraggio di guardare in faccia la violenza politica, la sua banalità del
male, la natura intrinsecamente anti-umana di ogni pensiero fascista.
La
profonda provincia italiana ha di nuovo prodotto violenza. Qualcuno
dirà “è un pazzo isolato”, molti purtroppo già stanno applaudendo lo
sparatore del 3 febbraio a Macerata, incensandolo con un “Onore al
camerata”. La maggioranza delle persone farà finta di nulla. Fino alla
prossima violenza, fino a quando, forse, ci scapperà un linciaggio. O
fino a quando si scoprirà che è troppo tardi per dire e fare qualcosa
contro il fascismo.
F.A.I – Federazione Anarchica Italiana
sez. “M. Bakunin” – Jesi
sez. “F. Ferrer” – Chiaravalle
Alternativa Libertaria/FdCA
sez. “Silvia Francolini” – Fano/Pesaro
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