giovedì 23 ottobre 2014

JOB ACT atto infame

JOBS ACT: atto infame

poco lavoro, precario e malpagato!

Da anni stiamo assistendo più o meno passivamente alla distruzione sistematica dei diritti fuori e
dentro i luoghi di lavoro con un sostanziale peggioramento della qualità della vita. Previdenza,
sanità, istruzione e potere d’acquisto dei salari sacrificati sull’altare del pareggio di bilancio in
nome di una crisi che continua ad arricchire i soliti noti e schiacciare nella disperazione e nella
miseria milioni di donne e uomini. In questo contesto, la proposta del governo Renzi, detta Job Act,
suona come la resa dei conti finale verso una classe operaia distrutta, incapace di reagire alla guerra
di classe che i padroni e le banche, spalleggiate da governi compiacenti, stanno portando avanti da tempo.
La riforma in questione viene spacciata come un atto di giustizia dovuto verso i lavoratori che non
sono tutelati. Di fatto non si realizza un allargamento dei diritti, ma un restringimento ulteriore
verso il basso che rende tutti “ugualmente” precari. Con un sol colpo vengono recisi gli ultimi
“lacci e lacciuoli” che sembravano la causa di tutti i mali che affliggono la nostra economia e che
rendono non competitive le nostre aziende. Si realizza il completo smantellamento dell’articolo 18
già fortemente penalizzato dalla Fornero. I neo assunti anche a tempo indeterminato potranno
essere licenziati con un indennizzo legato all’anzianità di servizio. Smantellata anche la
contrattazione nazionale a beneficio di quella territoriale (gabbie salariali), con contratti che
potranno variare, nello stesso comparto, da azienda ad azienda, da reparto a reparto, se non da
individuo a individuo.
Un quadro che potrà generare proteste, malumori, rivalità, competizioni ed allora le scelte di Renzi
prevedono anche la possibilità per i padroni di controllare a distanza (telecamere) i lavoratori.
Ammortizzatori sociali di vario tipo ridotti all’osso (tanto è passata l’abitudine di fare la carità –
inutile poi – di quando in quando, con oboli da 80 euro). Alla fine il padrone potrà fare quello che
vuole. Assumere, licenziare, pagare poco, pagare niente il lavoratore, demansionarlo con lo spettro
della disoccupazione e farlo vivere in uno stato continuo di angoscia per una crisi del lavoro infinità
che premia burattini politici, sciacalli finanziari, e sfruttatori capitalisti. E i lavoratori? Il Jobs Act è
quello che sembra a tutti: la sentenza di morte di qualsiasi dignità del lavoratore e la legalizzazione
della schiavitù del terzo millennio.

Ribellarsi a tutto ciò è giusto e doveroso. La manifestazione di sabato prossimo però si
presenta non meno insidiosa delle politiche renziane. Se fallisce da il via libera ad una
ubriacatura ulteriore dello sciacallaggio capitalista. Se riesce a mobilitare la piazza potrà
essere la moneta sindacale per gettare con decisione sul tavolo delle contrattazioni una
riconquista dei diritti perduti negli ultimi venti anni? Ne dubitiamo. O servirà ancora una
volta a dare unicamente legittimità ai burocrati sindacali?


Lavoro, diritti, dignità. Solo la lotta paga!


FEDERAZIONE ANARCHICA ITALIANA
M.Bakunin - Jesi
F.Ferrer - Chiaravalle

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