Il 14 settembre prossimo alla chiamata di Salvini in piazza non ci saremo. Perché non siamo della Lega, perché siamo antifascisti. Non siamo abituati a farci dettare l’agenda politica da chi ci è avversario. La nostra politica non la risolviamo con due slogan e quattro promesse, men che meno urlando da un palco e prendendosela con i più deboli. Siamo abituati a fare politica tutti i giorni, quasi sempre senza essere pagati da nessuno, e lo facciamo sui luoghi di lavoro, in città, nell’associazionismo e ovunque ci sia bisogno di difendere e allargare diritti. La Lega si presenta a Jesi sollevando la questione della sanità. Quale?
Quella della Lombardia che ha rischiato il collasso grazie alle scelte politiche della Lega, ed invece ha salvato la vita a migliaia di persone grazie alla competenze e al lavoro e al coraggio di migliaia di lavoratori. Il modello della sanità di Maroni e Formigoni, è stato, in primo luogo, bocciato dagli stessi lombardi, e poi dall’urgenza della pandemia, in cui si sono viste tutte le capacità e le competenze in possesso degli amministratori leghisti. Il welfare della Lega discrimina e nega l’assistenza ai più bisognosi, come a Lodi, a Como.
C’è qualcosa di cristiano in questo? Di italica virtù o di libertà liberali tutelate? Il prossimo 14 settembre Salvini a Jesi avrà il suo pubblico, quello dei facili applausi raccattati nei teatri perduti di provincia, che si alimenta della politica dell’odio, dei capri espiatori, delle fake news, delle dichiarazioni fatte e smentite e rifatte nell’arco di pochi giorni. Ricordate? Riaprire, chiudere, riaprire, chiudere. Salvini sarà in piazza in mezzo alla gente, senza distanziamento sociale e senza mascherina, proprio il giorno della riapertura delle scuole, in barba alla scienza e alle istituzioni. Chi porta avanti la baracca, chi lavora per poche centinaia di euro al mese, chi spera che vada tutto bene, forse voterà anche il Matteo padano, per disperazione, ma non ha tempo né di seguirlo nelle sue piazzate, né di seguirlo mai più quando si accorgerà che le cose, grazie a lui, possono solo peggiorare. A Jesi Salvini fa la sua comparsata, noi ci viviamo e ci lottiamo da sempre, per costruire una società migliore, più giusta.
Aderiscono: Anpi – Jesi, Arci Comitato Jesi – Fabriano, Jesi in Comune, Sinistra Italiana - Jesi, Meetup – Jesi, FAI- sez. “M. Bakunin di Jesi, FAI – sez. “F. Ferrer” di Chiaravalle, Centro Studi Libertari “Luigi Fabbri”. Fancello Daniele, Fancello Luciano, Cesini Rosalba, Priori Sabrina, Giuliodori Ero, Alberici Antonino, Clementi Beatrice, Vignola Irene, Contardi Carmen, Lucarini Giorgio, Andrea Dignani, Bezzeccheri Lucia, Santoni Raffaella, Fava Gabriele, Priori Rolando, Santoni Laura, Tonelli Stefano, Torelli Anna, Fiordelmondo Massimo, Marchegiani Manuela, Baccani Marco, Tonini Cardinali Fabrizio, Frattini Chiara, Casavecchia Patrizia, Ausili Annamaria, Giannini Gianni, Serpilli Serena, Violini Tiziana, Gwynplaine Edizioni, Bini Palmiro, Bucciarelli Raffaele, Zepponi Chiara, Cherubini Silvia, Osimani Germano, Osimani Stefano, Sardella Mario, Chiatti Vincenzina, Galanti Luce, Bavaro Silvia, Uncini Liliana, Lasca Leonardo.
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