Comunicato Stampa del 20 febbraio 2019
Torna la questione
delle modifiche allo Statuto comunale. Sembra che se ne potrà
discutere, come già avvenuto lo scorso autunno in una iniziativa
dell’ANPI, anche a livello pubblico, il prossimo 26 febbraio.
Conferme ed indicazioni in merito però ancora non ci sono. Il gruppo
di Jesi in Comune si è espresso in maniera chiara sulle modalità e
le finalità legate alle modifiche apportate.
Dal canto nostro
possiamo sottolineare alcuni elementi. L’adeguamento ai cambiamenti
normativi, che poteva essere fatto quasi meccanicamente rispettato le
indicazioni di legge, è diventato occasione per riscrivere i
principi fondanti dello statuto, la cui lettura, nella versione
proposta dall’Amministrazione, fra aggettivi, ripetizioni, avverbi
vari e passaggi ridondanti, fa pensare più ad un qualcosa che
rappresenta una via di mezzo fra la propaganda elettorale, il
revisionismo e la riscrittura di parte dell’identità di una città.
In pratica non si capisce perché i principi presenti nello statuto
precedente siano stati modificati. Eppure rappresentavano il comune
sentire di un pluralismo di cui l’Amministrazione e la città si
erano fatti portatori; mentre la versione proposta, su cui molto c’è
da ridire, probabilmente verrà adottata a colpi di maggioranza.
Fatto metodologicamente poco rappresentativo, democratico e
partecipato, ma soprattutto che segna ulteriormente la distanza fra
il Palazzo e la collettività, fra paese legale e paese reale.
Per
intenderci, non ci entusiasma parlare dello statuto comunale. Una
comunità è quello che riesce ad esprimere nella quotidianità,
nella solidarietà, nell’inclusione di chi ha bisogno, e non quello
che viene astrattamente scritto di essa. E crediamo invece che i
momenti di discussione pubblica dovrebbero molto di più
caratterizzare le scelte politiche ed economiche di questa città
legate all’ambiente, al lavoro, alle differenze e al sostegno degli
ultimi.
La riscrittura
dello statuto poteva essere una di queste occasioni, ma non tanto per
i principi da cambiare, quanto per capire gli strumenti offerti per
un allargamento della partecipazione collettiva alla “cosa
pubblica”, a quella Respublica Aesina, che si riscopre falsamente
regia. Miracoli del sovranismo e del populismo dominanti.
F.A.I. - Federazione Anarchica Italiana
sez. "M. Bakunin" - Jesi
sez. "F. Ferrer" - Chiaravalle
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