Il
compagno Donato Romito ci ha lasciato il 13 gennaio scorso. Una
perdita che diffonde un senso di vuoto incolmabile e un peso emotivo
insopportabile che difficilmente si possono descrivere, perché
difficile è descrivere, a chi non lo conosceva, la statura politica,
umana, sindacale, pedagogica e relazionale di Donato. La sua
militanza attraversa quasi mezzo secolo di storia di questo paese. Da
Sud a Nord, quando l’impegno e la passione politica partivano dal
senso di appartenenza alla propria terra per dirigersi verso i luoghi
tanti dell’immigrazione e dello sfruttamento, nella lotta
sindacale, nell’organizzazione e nella militanza politica,
nell’appartenenza alle idee e alle pratiche dell’anarchismo.
Donato inizia la sua attività in anni duri, ma carichi di
aspettative, continuandola incessantemente, anche quando le stesse
aspettative si riducono, e i tempi continuano ad essere duri e sempre
più avari di risultati, mostrando una determinazione e una onestà
intellettuale non comuni. In questo Donato riusciva sempre a trarre
un insegnamento, elaborare un’analisi, tracciare un orizzonte
strategico di impegno e lotta sociale. La sua presenza ad un corteo o
ad uno sciopero, in un’assemblea o in un dibattito rappresentava
uno sprone a valorizzare il proprio impegno, individuale e
collettivo. Tante le compagne ed i compagni che possono portare
testimonianze dell’impegno di Donato. Su tutte, una delle più
recenti: “Lascia un segno indelebile nella memoria e nella
formazione di noi giovani militanti – hanno sottolineato alcuni
compagni del “Fabbri” di Jesi – e gli siamo riconoscenti della
fiducia riposta al desiderio di condividere con lui i frutti della
nostra attività politica”. Tanti i momenti di lotta cui ha
partecipato. Su tutti piace ricordarlo durante una manifestazione
antimilitarista all’Aeroporto di Falconara, nell’aprile di quasi
venti anni fa (era il 17 dell’anno 1999) e si stava svolgendo la
prima guerra ufficiale della Nato sul suolo europeo, quella per la
“liberazione” del Kosovo, quella dei bombardamenti su Belgrado.
Un serpentone umano si snodò all’esterno dell’Aeroporto
Militare, composto da varie anime antagoniste, dai centri sociali, ai
pacifisti, agli anarchici. Lo spezzone rosso-nero, per un momento si
ritrovò alla testa del corteo, e tutti, Donato compreso, ci
rallegrammo di ritrovarci lì, in tanti anarchici e libertari,
spontaneamente, senza esserci dati un appuntamento preciso, ma ben
visibili, determinati ed organizzati. Gli occhi strizzati
benevolmente, in un’espressione di soddisfazione, con una piega del
sorriso verso l’alto, accentuata dal contorno degli eterni baffi
comunisti e anarchici, è uno dei ricordi di Donato rubati a quel
sabato antimilitarista. Un’immagine che forse mitiga per un attimo
la perdita del compagno. Qualcuno ha detto una volta: “Sarà una
risata che vi seppellirà”, a noi ci basta il ricordo del sorriso
di Donato, i suoi insegnamenti e la sua determinazione, per
continuare a dare l’assalto al cielo.
Centro Studi Libertari “Luigi Fabbri” – Jesi
F.A.I.
– Gruppo Anarchico “Michele Bakunin” – Jesi
F.A.I.
– Gruppo Anarchico “Francisco Ferrer” – Chiaravalle;
Gruppo
Anarchico “Kronstadt” (senza fissa dimora) – Ancona
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