mercoledì 8 giugno 2016

loi travail



























Prima la Spagna, poi la Grecia ed ora è la Francia che fa sentire nelle piazze la rabbia contro la loi travail, sorta di legalizzazione della schiavitù, molto simile al Job act di Renzi. Sale la voce della protesta di lavoratori e studenti contro le scelte del “socialista” Hollande a favore del profitto capitalista e contro i lavoratori. E in Italia? Nel paese della dittatura bonapartista di Renzi e della cancellazione progressiva dello stato sociale non sembra, ma le lotte ci sono. A macchia di leopardo, sofferte, oscurate dai media di regime, continuamente minacciate dalle provocazioni fasciste, ma ci sono. Il problema è che non riescono a concretizzarsi in garanzie e diritti, sicurezze e risultati da portare a casa. Il problema è uscire dalla palude delle strumentalizzazioni cui la sinistra istituzionale e i sindacati confederali per decenni ci hanno abituato. Le lotte sono uno strumento per riscoprire la solidarietà e l’autogestione, ma soprattutto per conquistare e difendere i diritti. Oggi è così in Francia, domani in Italia? Non è mai troppo tardi per lottare contro il padrone e i suoi servi al governo. Non è mai troppo tardi per dare un voucher di ben servito al capitalismo.

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