Contro
la Fascista Italia
L’Italia è stata
condannata per tortura dalla corte europea dei diritti dell’uomo
per i fatti di Genova nel 2001. Un bel riconoscimento per un paese
che festeggia i suoi settant’anni dalla liberazione nazi-fascista.
C’è poco da meravigliarsi. Dopo quel 25 aprile, tutto ciò che è
stato conquistato in termini di diritti è stato frutto di lotte che
si sono susseguite negli anni. Lotte dure, sempre represse dal
potere. Se la dittatura fascista era stata cacciata a furor di popolo
e sotto il peso dei suoi delitti e del suo fallimento, le idee
fasciste non hanno mai smesso di trovare spazio nelle gerarchie
istituzionali, imprenditoriali e culturali di questo paese. Ed oggi
portano avanti una battaglia di conquista assoluta del potere che non
ha precedenti nella storia dell’Italia repubblicana.
La scuola pubblica
scompare sotto il peso di una riforma che la vuole sempre più
privatizzata, di classe e in mano a presidi-padroni. La sanità
pubblica cede sempre più terreno a quella privata, integrativa,
lasciando intanto il potere dei baroni, delle case farmaceutiche,
delle clientele di ogni tipo, mentre aumentano le iniquità sociali e
nella salute. Per non parlare del lavoro, che si può sintetizzare in
poche parole: Jobs Act del Governo Renzi.
Chissà come
festeggeranno il 25 Aprile i 1350 operai messi come esubero dal
Gruppo Merloni. O le famiglie di quelli che sono affogati davanti
alle coste italiane, o di quelli che muoiono sul lavoro e di lavoro.
Il fascismo ottanta anni fa inaugurava l’autarchia. Oggi in nome
della crisi ci sono ministri che esaltano il lavoro non retribuito
chiamandolo falsamente come volontariato, mentre c’è chi guadagna
in un mese paghe e pensioni da fame tali che ci hanno fatto tornare
indietro di decenni.
Il fascismo aveva il
Ministero della Cultura Popolare, che aveva abbreviato nel
significativo Min.Cul.Pop., oggi i media forse non sono così
asserviti, ma il risultato nella libertà di informazione cambia poco
dalla sigla mussoliniana. Oggi il culto del capo, del leader è tale
e indiscusso che non esistono manco più i partiti e le idee, ma
liste politiche con i nomi di autorevoli personaggi, che scompaiono
spesso nell’arco di una legislatura. Oppure vengono riciclati di
continuo nel gioco delle elezioni democratiche e libere. Chiamarle
plebisciti è un eufemismo se si pensa allo spessore politico della
ricandidatura, tanto per citare, dell’indigeno Spacca.
L’Italia è il paese
dei “Santo subito” e dell’assolutamente si! Della riscrittura
della storia e dei saluti romani allo stadio – e non solo. L’Italia
è il paese dove è più facile che la politica produca malaffare che
non investimenti per il futuro. In un paese libero la sicurezza si
legge in termini di reddito, salute, lavoro, cultura. Altrimenti
spuntano telecamere e pestaggi.
Noi consideriamo che al
fascismo non ci si possa e non ci si debba mai arrendere. La forza
della ragione e dei sentimenti, della solidarietà e della libertà è
riuscita a costruire una società migliore dopo quel 25 aprile, e non
ce la faremo scippare da quattro frustrati in camicia nera o in
doppio petto. Oggi come sempre, la resistenza continua nella
solidarietà di classe, nelle lotte degli sfruttati.
Saremo
sempre partigiani!
F.A.I. Federazione Anarchica Italiana
M.Bakunin - Jesi
F.Ferrer - Chiaravalle
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