Ad inizio anno si è soliti analizzare sempre i
dati relativi a quello trascorso e in alcuni casi potrebbero sembrare positivi. Riferendosi però agli anni
più indietro si può avere un quadro migliore dell’attuale
situazione del lavoro, che ci dicono in lieve ripresa (questo dicono
quando ci sono variazioni dello +0,1%).
Solo nella provincia di Pesaro, tra il 2013 e
il 2014, sono aumentati del 42% i disoccupati nella fascia 20-24
anni , circa 43 mila ragazzi, considerando poi che i probabili posti
di lavoro trovati dai restanti non andranno oltre l’anno si ha bene
l’immagine di una situazione di voluta instabilità, sia lavorativa
che di vita. In tutte le Marche sono 4000 i posti persi nel
pubblico impiego tra il 2007 e il 2013 (sanità,educazione,etc..) , un calo lungo anni che si muove tra blocchi
del turnover e volute riduzioni di organico, gli unici settori
che in questo marasma rimangono stabili sono i corpi di polizia e le
agenzie fiscali. Una fotografia della situazione ce la può
fornire il “Pacco” ad Ascoli del pacchetto “Garanzia Giovani”
che prometteva mari e monti e si è ritrovato come
al solito con giovani non retribuiti (neanche dei 500 euro previsti), allungamenti di orari lavorativi e
mansioni non proprio formative. Un evidenza che rispecchia come i giovani vengano visti nel mondo
del lavoro italiano che scambia tirocini formativi per manodopera e fomenta l’illusione che la formazione
continua agevoli l’inserimento nel mercato del lavoro, quando nel
concreto, con dati alla mano, nelle Marche l’assunzione avviene
prevalentemente per conoscenza.
Sempre sui tirocini è di questo mese la
notizia che, per la solita leggerezza con cui vengono trattati certi temi, nell’ascolano, all’atto della
scrittura dei requisiti di graduatoria per distribuire 90 tirocini
formativi, il bando include l’ordine di presentazione delle
domande, cosi si è costretti a far presidiare il centro
per l’impiego dalle forze dell’ordine che temono disordini tra
chi si accampa già dalla sera prima. D’altro canto anche gli ultimi
rimaneggiamenti sulle nuove partite iva mettono a rischio, solo
nell’ascolano,10mila piccole e piccolissime attività. Con
l’aumento delle aziende in fallimento, o che decidono di de
localizzare, non è facile capire quale possa essere lo spiraglio che
vede il governo per il lavoro. Non basta certo qualche punto di
PIL per risollevare un sistema lavorativo allo sbando e la
precarietà/povertà crescente. Sono 75.175 le imprese fallite negli
ultimi 6 anni di cui 4.502 solo nel 2014.
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