Sanità sotto attacco.
Di seguito il testo – riportato nella locandina –sul Pronto Soccorso di Jesi. E’ la risposta ad una lettera aperta scritta dagli operatori e che si può visionare al seguente indirizzo:
Il testo degli operatori merita una lettura attenta che eviti frettolose conclusioni. Inoltre è importante perché, seppur dal tono localistico, è la testimonianza di una problematica presente, comune e drammatica che tocca molte realtà sanitarie del nostro paese.
Caro Pronto Soccorso,
la
lettera scritta qualche giorno fa dal
titolo “Caro cittadino” non può non essere condivisa e
sostenuta, ed è la testimonianza chiara della sofferenza di tutte/i
coloro che lavorano al Pronto Soccorso di Jesi, ed ancor più di
tutta la sanità pubblica universalista italiana. Consideriamo però
che doveva essere fatto uno sforzo in più nell’estensione del
testo, ed allargare la lettera a molti altri soggetti. Tipo alla
classe politica tutta che, fra tagli indiscriminati e interessi
privati tutelati, ha devastato il Sistema Sanitario Nazionale. Non
parliamo poi delle scelte fatte nelle Marche che scontentano tutti –
operatori e cittadini – e creano solo le premesse per ulteriori e
pesanti tagli. Nella sanità si sta assistendo ad una guerra fra
poveri, fra operatori oltre il limite del sopportabile e cittadini
oltre il limite dell’accettabile. Chi può, chi ha risorse non si
rivolge ad un Pronto Soccorso: gli basta una telefonata, paga
profumatamente la visita e l’esame eseguiti nel giro di poche ore,
sente il barone conoscente. Per gli altri restano le disuguaglianze
nella salute che in Italia stanno aumentando vertiginosamente. Che
fare quindi? Forse potrebbe essere utile una inedita alleanza fra
operatori e cittadini per riavere i servizi, il personale, gli
ambulatori, i tagli alle liste di attesa o il diritto universale di
accesso. La politica dei manager superpagati, che continua, ha
prodotto solo disastri. La medicalizzazione (e farmacologizzazione)
di ogni cosa, ha prodotto solo un aumento indiscriminato delle spese
senza un proporzionale ritorno in termini di salute. Ma di questo se
ne può parlare in seguito ora è necessario urgentemente essere
concreti e pratici. E per fare questo basta prendere con forza
l’appello lanciato, cioè che il Pronto Soccorso riguarda le
urgenze e le emergenze. E’ tempo dunque che una seria politica
sanitaria prenda in carico un servizio alternativo, un filtro
professionale, una risposta concreta nell’immediato ai codici
bianchi e verdi, che ovviamente non sia la fallimentare politica di
ticket e balzelli vari. Noi crediamo che una risposta ai bisogni
inevasi della popolazione debba essere data e non può essere più
differibile o caricata sulle spalle degli ultimi, operatori e
cittadini. E noi lo chiediamo da cittadini e da piccolissima
organizzazione politica che con le sue poche forse ha sempre lottato
per la salute pubblica e non chiederà voti o prometterà illusioni a
chi non ce la fa più.
Jesi, 10
febbraio 2015
Federazione
Anarchica Italiana
Sez.
“Michele Bakunin” – Jesi
Sez.
“Francisco Ferrer” - Chiaravalle
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