Mario
Monti vs 99%
Nel nostro Parlamento
abbiamo quasi mille tra deputati e senatori, ed il nostro caro
Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, nell'encomiabile
tentativo di portare l'Italia fuori dalla crisi, ne istituisce un
altro. Tra un appello e l'altro al sacrificio richiesto ai cittadini
in onore del futuro comune, ecco che un nuovo stipendio da
parlamentare viene caricato sulle nostre spalle. È così che
vediamo entrare nel palcoscenico politico italiano una nuova
(vecchia) figura: Mario Monti. Molti tessono le lodi di questo
personaggio che dovrebbe traghettarci verso tempi meno bui.
Ma
conosciamo davvero uesto individuo? Chi è Mario Monti? Economista,
ha lavorato, assieme a Draghi, alla Goldman Sachs, banca famosa per
aver portato gli Usa sull'orlo del fallimento, incrementando ed
accelerando il processo di crisi globale. Successivamente rettore e
preside dell'Università Bocconi di Milano. Dal 9/11/2011 senatore a
vita, e dal 16/11/2011 presidente del Consiglio dei Ministri. Quindi
ci troviamo in un caso in cui i rappresentanti delle banche vanno a
governare quegli Stati che sono falliti per salvare dal fallimento
stesso le loro banche. Da una delle poche dichiarazioni rilasciate
sui provvedimenti da prendere, risulta che, a suo avviso, gli esempi
da seguire nel governare il Paese sono (attenzione, attenzione!)
siano Marchionne e la Gelmini (Corriere della Sera 2 gennaio 2011) e
le discusse riforme da loro attuate. Per lui seguire un linea simile
aiuterebbe l'Italia a formare meglio i suoi studenti, fare più
ricerca, e riavviare l'industria. Peccato che siano state proprio
queste riforme ad affossare il Paese smantellando il diritto allo
studio e i diritti sul lavoro, provocando “l'espulsione coatta”
degli studenti dalle università, licenziamenti di massa, aumento
delle tasse universitarie e una diminuzione dei salari. La
crisi non l'abbiamo causata noi, la risolvano quei porci che l'hanno
inventata e che ci si stanno arricchendo sopra.
Dagli
indignados in Spagna a Occupy Wall Street a New York, alle piazze
italiane e greche e a quelle della primavera araba si alza la voce di
protesta contro un sistema fallimentare che genera guerre, miserie e
schiavitù. A difesa dei più deboli e contro ogni privilegio di
casta: CHE PAGHINO I RICCHI, CHE PAGHI L’1%
Organizzata
dal Centro Studi Libertari “Luigi Fabbri” di Jesi: venerdì 18
novembre, ore 16, apertura mostra; sabato 19, ore 18 dibattito:
“L’Italia fatta dai rivoluzionari, la figura di Carlo Pisacane”
con G. Galzerano; domenica 20: ore 18 video “Debtocracy”, il
racconto della crisi in Grecia.” Il tema di quest’anno vuole
coniugare l’attualità della crisi economica in corso con i
festeggiamenti per il 150° anniversario dell’Unità d’Italia
che, proprio ad opera dei mercati, in nome di un emergenzialismo
finanziario, mostra come qualsivoglia identità politica nazionale si
riveli fragile di fronte a governi tecnici, riforme distruttive,
assenza del protagonismo della politica vera, quella fatta dal basso,
dai movimenti.
Federazione Anarchica Italiana
Sez - M.Bakunin - Jesi
Sez - F Ferrer - Chiaravalle
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