La LIBERTA' non si mendica.. si prende!
!doctype>venerdì 30 marzo 2012
L'ARTICOLO 18 NON SI TOCCA
il governo Monti è riuscito là dove il governo Berlusconi aveva fallito, mettere le mani sull'articolo 18 della legge 300 del 1970 che garantisce di non essere licenziati in base al totale arbitrio padronale. Nello stesso tempo vengono ridimensionati gli ammortizzatori sociali.
in questi anni altre conquiste di fondo sono state stracciate dal padronato e dai governi che si sono susseguiti: un contratto nazionale di lavoro adeguato per tutti, andare in pensione in tempi ragionevoli, un mercato del lavoro basato sul contratto a tempo indeterminato e non la precarietà dilagante che coinvolge i giovani, ma anche i meno giovani.
Il governo Monti Napolitano Fornero rappresenta fino in fondo gli interessi delle banche e del padronato: la cancellazione dell'articolo 18 lascia liberi i padroni di ricattare i dipendenti ogni giorno, di cacciarli, di impedire l'organizzazione di un reale sindacato dei lavoratori.Dicono "la libertà di licenziamento porta sviluppo economico"; è la più grande balla mai sentita; serve solo a sfruttare di più gli operai; tutte le misure prese da Berlusconi e poi da Monti precipitano il paese nella recessione economica.
I sindacati hanno la gravissima responsabilità di aver avallato una finta trattativa con il Governo deciso solo a fregare la classe lavoratrice. La CGIL dichiara la sua contrarietà alla manomissione dell'articolo 18, ma la più grande organizzazione di massa del paese non avrebbe mai dovuto sedersi a quel tavolo chiamando da subito alla mobilitazione e alla lotta come aveva chiesto la FIOM e come proponevano i sindacati di base. In questi ultimi giorni ci sono stati importanti scioperi e manifestazioni in molte fabbriche e città. E' questa la strada da seguire per battere un governo che vuole lo scalpo della classe operaia.
Rispondiamo con la lotta al violento attacco del governo Monti.
Rialziamo la testa per difendere i nostri diritti e il nostro futuro e quello dei nostri figli
- Difendiamo l'articolo 18,
- Difendiamo i salari e l'occupazione,
- Serve un salario sociale e un salario minimo garantito,
- Rivogliamo il diritto alle pensioni di anzianità.
in Portogallo (22/03) ed in Spagna (29/03) stanno già scioperando contro le riforme del lavoro, costruiamo anche noi lo
SCIOPERO E LA MOBILITAZIONE GENERALE
Federazione Anarchica Italiana
sez. - M.Bakunin - Jesi
sez- - F.Ferrer - Chiaravalle
via Pastrengo 2 Jesi
il governo Monti è riuscito là dove il governo Berlusconi aveva fallito, mettere le mani sull'articolo 18 della legge 300 del 1970 che garantisce di non essere licenziati in base al totale arbitrio padronale. Nello stesso tempo vengono ridimensionati gli ammortizzatori sociali.
in questi anni altre conquiste di fondo sono state stracciate dal padronato e dai governi che si sono susseguiti: un contratto nazionale di lavoro adeguato per tutti, andare in pensione in tempi ragionevoli, un mercato del lavoro basato sul contratto a tempo indeterminato e non la precarietà dilagante che coinvolge i giovani, ma anche i meno giovani.
Il governo Monti Napolitano Fornero rappresenta fino in fondo gli interessi delle banche e del padronato: la cancellazione dell'articolo 18 lascia liberi i padroni di ricattare i dipendenti ogni giorno, di cacciarli, di impedire l'organizzazione di un reale sindacato dei lavoratori.Dicono "la libertà di licenziamento porta sviluppo economico"; è la più grande balla mai sentita; serve solo a sfruttare di più gli operai; tutte le misure prese da Berlusconi e poi da Monti precipitano il paese nella recessione economica.
I sindacati hanno la gravissima responsabilità di aver avallato una finta trattativa con il Governo deciso solo a fregare la classe lavoratrice. La CGIL dichiara la sua contrarietà alla manomissione dell'articolo 18, ma la più grande organizzazione di massa del paese non avrebbe mai dovuto sedersi a quel tavolo chiamando da subito alla mobilitazione e alla lotta come aveva chiesto la FIOM e come proponevano i sindacati di base. In questi ultimi giorni ci sono stati importanti scioperi e manifestazioni in molte fabbriche e città. E' questa la strada da seguire per battere un governo che vuole lo scalpo della classe operaia.
Rispondiamo con la lotta al violento attacco del governo Monti.
Rialziamo la testa per difendere i nostri diritti e il nostro futuro e quello dei nostri figli
- Difendiamo l'articolo 18,
- Difendiamo i salari e l'occupazione,
- Serve un salario sociale e un salario minimo garantito,
- Rivogliamo il diritto alle pensioni di anzianità.
in Portogallo (22/03) ed in Spagna (29/03) stanno già scioperando contro le riforme del lavoro, costruiamo anche noi lo
SCIOPERO E LA MOBILITAZIONE GENERALE
Federazione Anarchica Italiana
sez. - M.Bakunin - Jesi
sez- - F.Ferrer - Chiaravalle
via Pastrengo 2 Jesi
giovedì 15 marzo 2012
Nella notte fra domenica e lunedì scorso è stato fracassato il vetro della bacheca del Centro Studi Libertari “Luigi Fabbri” posta in Vicolo Angeloni. E’ una bacheca storica che da quasi mezzo secolo mostra la controinformazione murale alla città e … dà fastidio. E’ la terza volta che qualche ignota mano fascista se la prende con la libertà di pensiero degli anarchici jesini. Un fatto grave, molto più di qualche vetro rotto. La vigliaccheria, il teppismo e la violenza che da sempre contraddistingue lo squadrismo italiano fa sentire il suo pericoloso retro pensiero a Jesi, una città antifascista. Un segno al vuoto morale e politico del momento? Reazione violenta alla crisi dei valori e alla ben più grave crisi economica che tocca anche la Vallesina? O semplice gesto gratuito di una “ragazzata”. Chissà forse qualcuno ha voluto aprire la campagna politica per le amministrative prossime, di certo non ci lasceremo né intimidire né coinvolgere in alcuna reazione violenta, ma non accetteremo ulteriori provocazioni e aggressioni. Presto verrà di nuovo resa agibile la bacheca al fine di continuare la controinformazione, e rendere nulla la violenza fascista. Peccato non avere in questo momento, per una migliore controinformazione, a disposizione anche le bacheche delle Associazioni che erano poste sotto l’Arco del Magistrato, da quasi quattro anni tolte dall’Amministrazione Comunale per motivi ignoti e mai più ripristinate, censurando di fatto la libertà di espressione della città.
Centro Studi Libertari “Luigi Fabbri” – Jesi
FAI – Federazione Anarchica Italiana
Gruppo “M. Bakunin” – Jesi
Gruppo “F. Ferrer” – Chiaravalle
venerdì 9 marzo 2012
"lavorare di più,in più e più a lungo"
Mentre cercano di mettere in atto questi concetti tagliando diritti ai lavoratori, pensioni ai pensionati e servizi ai cittadini; reprimono con forza ogni dissenso con anni di galera e ripristino di reati utilizzabili "al bisogno", come arresti preventivi e reati associativi. LE UNICHE COSE DI CUI HA PAURA CHI CI GOVERNA SONO LE NOSTRE ARMI PIU' FORTI: LA FERMEZZA DELLE NOSTRE IDEE E LA SOLIDARITA'
domenica 18 marzo2012
concerto con:
CLOVER + A.N.O. + guest ore 18:00
a seguire cena Vegan
porta la distro!
come sempre gratuito
giovedì 8 marzo 2012
sabato 3 marzo 2012
sabato 3 marzo cena sociale di sottoscrizione punto info di solidarietà NO-Tav
LA LOTTA POPOLARE NON SI
FERMA
Le
lotte di questi giorni del movimento No-Tav sono lo specchio
dell’attuale situazione repressiva: chi protesta per la difesa dei
propri diritti viene punito con botte, gas lacrimogeni, calunnie,
detenzione …
Quella
dei No-Tav è la sfida di chi si batte per l’interesse generale
contro l’arroganza di chi vuole imporre con la forza un’opera
inutile, dannosa, costosissima (la Tav Torino-Lione costerà 22
miliardi). Un movimento che è punto di riferimento per i tanti che
si battono per la salvaguardia del territorio e contro lo spreco di
denaro pubblico, un movimento radicato, capace di autogestirsi e
resistere.
I
No-Tav rappresentano una sfida intollerabile per padroni e
governanti. Un governo deciso a calpestare la volontà di un popolo,
la cui strategia è celare le ragioni della lotta di un movimento che
non riesce a fermare, dichiarando la Val Susa luogo di interesse
militare. La disinformazione mediatica in tutto ciò svolge il suo
ruolo.
Il
1° marzo scorso i No-Tav occupano l’autostrada seduti a terra tra
slogan e canti, poi la polizia li porta via di peso, allontana i
giornalisti, piazza gli idranti, cala le visiere, indossa le maschere
anti-gas. I No-Tav vengono sospinti giù dalla rampa, e la
repressione dilaga fin dentro il paese. Tante case si sono aperte per
raccogliere i No-Tav. La polizia dà la caccia a chi cerca rifugio,
fa a pezzi un ristorante, sbatte la gente contro il muro. Questa è
la violenza del potere col passamontagna, verso una valle che si
difende.
In
molte città italiane la solidarietà militante si fa sentire con
numerosi, partecipati e in molti casi pacifici, cortei. Ad Ancona, la
solidarietà portata in piazza viene accolta con una carica a freddo
senza permettere nessuna manifestazione di dissenso.
Nel
quadro generale continua a dominare la complicità di molti media
asserviti nel fare disinformazione, per criminalizzare un movimento
popolare che ha saputo autorganizzarsi per la difesa del suo
territorio, che è sceso in strada con anziani e bambini perché
vuole un futuro migliore di questo presente fatto di sfruttamento e
repressione, di governanti che tagliano sulla salute, sull’istruzione
e sulle pensioni, ma intanto sperperano soldi per la guerra e per la
realizzazione di progetti inutili e dannosi.
La
forza delle ragioni No-Tav è più forte della ragione della forza
del potere mascherato in tenuta anti-sommossa, di chi violenta il
popolo che dovrebbe difendere, di chi diviene braccio armato dei
soliti ricchi imprenditori.
La
lotta No-Tav è la nostra lotta. La lotta degli sfruttati contro gli
sfruttatori.
Federazione Anarchica Italiana
Sez. "M. Bakunin" Jesi
Sez. "F.Ferrer" Chiaravalle
domenica di cinema:
Siamo in piena era Thatcher,anni 80: tanta rabbia giovanile cresce di fronte a tanta indifferenza. Disoccupazione alle stelle, una guerra assurda,rivendicazioni razziali. Si assiste alla formazione di sette politiche radicali.La parabola del giovane Shaun diventa una metafora per una intera nazione, incapace di emergere da una situazione drammatica se non con il conformismo di una mentalità agghiacciante che cerca la forza nel gruppo ma non riconosce la dignità dell'altro. Meadows ci racconta tale realtà senza descrivere dei mostri, ma dei personaggi in cui è anche possibile immedesimarsi, capire le motivazioni delle loro scelte. Uno spaccato durissimo dell'UK degli anni 80, dove la politica e la disoccupazione hanno dato vista a fenomeni di devianza di dimensioni preoccupanti.
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