domenica 23 febbraio 2014

comunicato stampa 22/02/2014

comunicato stampa del 22/02/2014
Pari opportunità. Renzi ha fatto un governo dicendo di rispettare questo principio, ed ha nominato otto ministri uomini e altrettante donne. Probabilmente così non è in merito al servizio di IVG che non prevede “pari opportunità”, almeno sul piano dell’offerta, fra obiettori e non obiettori presenti in un dato territorio.
I ritardi, la disorganizzazione, le scuse di vario genere non rendono merito né degli alti stipendi di chi, manager, deve provvedere alla governance della sanità territoriale, né di chi deve vedere tutelato un diritto universale, quello ad essere individuo e non semplice contenitore per fare figli che, in caso contrario, deve aspettare, angosciarsi, girarsi mezza provincia (se non mezza regione) per poter scegliere liberamente di essere o meno madre. Pari opportunità si diceva, specie nei confronti di quelle donne più fragili: minori, povere, ignoranti (nel senso della bassa istruzione) straniere.

Un sistema universalista come quello italiano, continua insomma a fare di tutto per perpetuare disuguaglianze nella salute, nei diritti, nell’offerta e nell’accesso ai servizi. Chissà se Jesi, al pari dello sport, sarà d’esempio anche nell’antiabortismo che sta dilagando in Italia e in Europa.

In questo caso però c’è ben poco da vantarsi, ma solo da mobilitarsi tutte e tutti per impedire che un diritto di libertà venga cancellato, portando le donne italiane indietro di anni. Mobilitarsi tutti e tutte, dal basso, in attesa che le tre parlamentari elette in Vallesina, in quanto donne che fanno politica, facciano sentire la loro voce a difesa di un diritto vergognosamente attaccato.

FAI – Federazione Anarchica Italiana

Gruppo “Michele Bakunin” – Jesi
Gruppo “Francisco Ferrer” – Chiaravalle

sabato 22 febbraio 2014


alle ore 18:00 presidio di solidarietà di fronte alla sede del Centro Studi Libertari in Via Pastrengo 2
alle ore 20:30 sempre presso i locali del CSL (entra-ta di fianco alla scuola di musica Pergolesi) si terrà una cena di sottoscrizione a favore del movimento No-Tav e dei compagni arrestati.

passate al presidio per segnarvi alla cena oppure
contattateci via mail al cslfabbri@gmail.com ..entro
sabato pomeriggio .... per darci una contata !

un volantinaggio ed un presidio in solidarietà con chi lotta contro la TAV in Val Susa, per difendere il proprio ambiente di vita dalle devastazioni, il proprio territorio dalle speculazioni, la società civile stessa da ogni asservimento alla logica del profitto. E’ un’iniziativa che prende il via in molte città del paese contemporaneamente, per toccare in primo luogo la sensibilità delle persone contro la militarizzazione di un territorio, finanziata con soldi pubblici per interessi privati, e che persegue come terrorista chiunque sostenga la lotta della comunità valsusina. La storia recente ci dice come in Italia molte sono le “Val Susa” da difendere: dal No Muos in Sicilia alle basi militari potenziate (Dal Molin a Vicenza), al gasdotto trans-adriatico (Umbria e non solo) agli scempi territoriali di ogni genere che, anche a livello locale (biomasse, interporto, quadrilatero, etc.), minacciano la pace delle comunità, inquinano la politica. Quella di sabato è una iniziativa per non far sentire soli chi lotta da venti e più anni.




Un 22 febbraio “NO TAV”

Oggi 22 febbraio il movimento “No-Tav” ha lanciato una giornata di mobilitazione e di lotta contro il Tav e la sua repressione da parte dello Stato. Sono decenni ormai che i comitati, animano una protesta sponta- nea e di massa, di una valle che si oppone allo scempio inutile di un’ennesima grande opera, di cui sono noti gli impatti negativi, ignoti i rischi, ma pericolosamente vaghi e indefiniti i benefici per la collettività.
Per non parlare dei costi,l'alta velocità co- sterà in tutto 40 miliardi di euro (circa 5000 euro al cm) di soldi pubblici più tutti i costi della militarizzazione costante del cantiere e del territorio intorno..
La Val di Susa si oppone ad essere tra- sformata in un corridoio desertificato da decenni di cantiere, si oppone a vedere le sue montagne sventrate e pretende di po- ter avere voce in capitolo sullo sviluppo del proprio territorio. “Hanno scelto di difende- re la vita di un territorio,non di terrorizzar- ne la popolazione”. Comincia così la lette- re dei familiari di Claudio,Mattia,Chiara e Niccolò arrestati il 9 dicembre con l'accusa di terrorismo per aver partecipato ad un azione di sabotaggio nel cantiere della Maddalena il 13 Maggio scorso. Sono sta- ti accusati di “attentato con finalità terrori- stiche e e di eversione” e di aver attentato alla vita degli operai del cantiere e dei mili- tari di guardia. Ovviamente nessuno è sta- to ferito quella notte perché l'obiettivo non era colpire le persone ma fermare o al- meno rallentare lo scempio della valle.
Siamo arrivati a questo. Chi si permette di contrastare in modo pratico le decisioni dello stato e dell'unione europea viene ac- cusato di terrorizzare la popolazione e pu- nito con il carcere di massima sicurezza. Sappiamo tutti che la Torino-Lione è stata iniziata e va avanti per arricchire la solita casta industriale italiana, col beneplacito e l'appoggio(ovviamente interessato) del- l'apparato legislativo ed esecutivo dello Stato italiano e dell'UE.
Allora perché spendere ancora miliardi di soldi pubblici per un'opera che permetterà di andare da Torino a Lione in tre ore in- vece che in cinque come avviene oggi? Noi come anarchici vogliamo continuare ad essere solidali con chi da decenni vive sulla propria pelle la lotta per l'autodeterminazione e la libertà e che non accetta passivamente un opera così inutile e dannosa per ambiente ed esseri umani. Solidarietà agli abitanti della Val di Susa, che lottano insieme per riprendere nelle lo- romani il loro territorio, le loro vite e il loro futuro. Non vogliamo le grandi opere per pochi ma servizi per tutti, treni decenti per i pendolari,salari adeguati e sicurezza per i lavoratori, opere che servano allo sviluppo di tutti e tutte e non a far tagliare nastri di inizio lavori a generazioni di politici.
SI ALL'AUTOGESTIONE e ALLA RESISTENZA! 



F.A.I. - Federazione anarchica italiana: 
Sez. “ M.Bakunin” Jesi, 
Sez. “F.Ferrer” Chiaravalle

venerdì 21 febbraio 2014


Sulla 194 non abbassiamo la VOCE

La sanità nella nostra regione sta conoscendo un arretramento dei servizi, dovuto alla riorganizzazione sanitaria calata dall'alto delle dirigenze sanitarie. Con la scusa della economicità dei servizi ed il loro miglioramento vengono depotenziate le strutture e soppressi i servizi socio/assistenziali. Nel territorio di riferimento della città di Jesi dove si continua a sospendere a causa di GRAVI, a questo punto, volute inadempienze dirigenziali ;, oppure un territorio dove si passa da uno dei due ospedali in regione,riconosciuto dal progetto OspedaleDonna promosso dall'osservatorio nazionale sulla salute della donna ad ESSERE ESCLUSO da questo riconoscimento per i servizi dati nel 2013 . Solo dopo una sollevazione di persone e associazioni che riuniti hanno fatto pressioni su chi dovrebbe, in teoria, sapere che servizi e che prestazioni da sul territorio di riferimento il sevizio pubblico sanitario; si è arrivati ad una soluzione tampone (già ad oggi disattesa..e) di un medico non Obbiettore che raggiunge l'ospedale Jesino da Fabriano. Non può essere la soluzione in una regione unica in Italia a non acquistare la RU486 da 3 anni impedendo di fatto questa scelta di IGV meno invasiva e meno impattante psicologicamente alle donne. Alla luce dei peggioramenti in corso, come la Soppressione del servizio di Mediazione Culturale (che comprende la traduzione) al Consultorio Pubblico di Jesi da Gennaio. Ricordando, al nostro caro dirigente sanitario Mezzolani (che nemmeno si degna di riceve le 4000 firme raccolte dal collettivo VIA LIBERA 194) che le fasce di rischio, o se vogliamo le persone a cui sono più utili i servizi pubblici cioè quelle che non si possono permettere i servizi privati ( che in quanto interruzione di gravidanza non mancano), sono in aumento. La Costante emorragia di posti di lavoro nella vallesina (2000 in meno in un anno) e non solo, genera il dissanguamento della richiesta di servizi sanitari (meno 11% dati ISTAT) dovuti gran parte alle liste di attesa nel pubblico e agli alti costi del conseguente privato che fiorisce, con la politica imposta dalla gestione sanitaria regionale. SI INTENDE INTERVENIRE TEMPESTIVAMENTE ? COME?
prima che una partoriente in fin di vita si presenti ad un pronto soccorso di per se intasato, ricordando che un interruzione id gravidanza clandestina con internet o peggio può costare sui 50 euro, MA PUO COSTARE 2 VITE.
­Ci chiediamo come una donna con problemi di lavoro, e quindi di denaro, magari in famiglia e con già altri figli possa avvicinarsi ai servizi, che siano essi di interruzione di gravidanza, servizi contro la violenza o ad un qualsiasi altro che possa essere utile come fascia a rischio se consideriamo anche le difficoltà culturali e linguistiche. In questo scenario di sanità, che pensa al dispiegamento di potere nei territori, a chiudere ospedali funzionati o a farli diventare non si sa ancora con quale utilità “case della salute”. Noi ricordiamo che non si può rimanere in silenzio, bisogna alzare la voce, muovere un dibattito e scendere nelle piazze, incontrarsi perché la rete che si è creata dopo lo scempio sulla 194 nel nostro ospedale ha portato i suoi frutti, che non sono ancora maturi, la forza di una rete di solidarietà è data da quanti più nodi riesce a legare, legare vite, esperienze e difficoltà. Per evitare che solo la voce di chi decide dall'alto possa essere sentita. Perché dal basso oltre alla protesta può e deve nascere progettualità, frutto delle crescenti difficoltà sociali che si riscontrano nella vita di tutti noi e non nelle carte di riordino economico delle nostre vite di pochi burocrati sanitari .

Centro Studi Libertari Luigi Fabbri - Jesi

FAI – Federazione Anarchica Italiana
gruppo “Michele Bakunin” – Jesi 
gruppo “Francisco Ferrer! – Chiaravalle


venerdì 7 febbraio 2014

comunicato stampa

Comunicato stampa
Azione di forza

Lo sgombero ad Ancona di Casa de Nialtri e la deportazione dei suoi abitanti è un atto di forza politico ed istituzionale da condannare. Lo spiegamento militare messo in opera è la risposta di una Amministrazione che da subito ha voluto mostrare i muscoli. L’arroganza e la violenza del potere e l’uso strumentale dei media, sono state le sole risposte rilevanti del governo di Ancona ai ripetuti tentativi di mediazione e di incontro per costruire dal basso una socialità, una dignità di vita, lavoro e di abitazione messi in atto dagli occupanti, dalla comunità di Casa de Nialtri. Ai rifugiati e senza casa deportati a San Marcello, ai denunciati e a tutti coloro che si sono impegnati in questi giorni di lotta va la nostra solidarietà. Saremo presenti alle prossime iniziative, compresa la manifestazione di sabato 15 febbraio prossimo perché non ci lasciamo intimidire dal decisionismo gerarchico di chi governa. Chi governa pensa che al problema dei rifugiati, dei migranti e dei senza casa si possa rispondere o con i manganelli o con la commercializzazione di posti letto. Sono gli stessi che per creare più lavoro cancellano garanzie sindacali. Per creare più welfare tagliano la sanità. Per creare più democrazia aumentano il potere di chi occupa una poltrona. Noi diciamo che di tutto questo “chi governa” è la principale causa” e non ci faremo intimidire né da menzogne mediatiche né dalla violenza istituzionale, auspicando il fiorire di tante “Casa de Nialtri”.

FAI – Federazione Anarchica Italiana
gruppo “Michele Bakunin” – Jesi 
gruppo “Francisco Ferrer! – Chiaravalle

FdCA – Federazione dei Comunisti Anarchici-Sez. “Nestor Machno” – Fano e Pesaro
Gruppo Anarchico “Kronstadt” – Ancona
Circolo Culturale “Napoleone Papini” - Fano
Anarchiche/ci della Valcesano

Antares+ED+Montana

DOMENICA 16 FEBBRAIO 2014
DALLE 17.30 PUNTUALI - INIZIO CONCERTI
A SEGUIRE CENA VEGAN !
FREE ENTRY (COME E PER SEMPRE)
Flyer by Elvira

ANTARES
Speedrock con la terra sotto le suole (da buoni marchigggiàni)
https://www.facebook.com/AlphaScorpiiRocknroll

ED
Epic-Hardcore da Bologna
https://myspace.com/nailedtotheboard

MONTANA
Punk 'n' roll made in Fano (qualcuno compie gli anni...ehehe)
http://comunita-montana.bandcamp.com/album/debuttanti


PIOVE,governo ladro!

Si può morire in Italia per colpa della
pioggia? O rimanere feriti, senza casa, senza una
strada o un lavoro.Verrebbe quasi voglia di essere
fatalisti e dire che è tutta colpa della natura, di dio
che ci punisce, o più real ist icamente
dell'inquinamento. Verrebbe quasi voglia di tirare
il fiato e aspettare che tutto passi. Che arrivi il bel
tempo, in fondo mancano poche settimane.
Purtroppo non è così.

I danni causati dal maltempo in tutto il
paese sono disgrazie annuali, o peggio mensili,
legate si ai “capricci” di una natura stanca di essere
violentata dall'economia capitalista, ma
conseguenti all'incuria, al malgoverno, alla
disonestà che regna in questo paese. Se una strada
crolla significa che il lavoro, le attenzioni che
l'ultimo apprendista muratore sa che devono
essere fatte, non solo sono state rimandate di anno
in anno, ma che i soldi previsti, quando c'erano, c'è
il rischio che siano stati utilizzati per altro.Vallo a
sapé!

In questa Italia dove tutto è permesso a chi
sta al potere, anche chiamare terrorista chi si
oppone allo scempio ambientale della TAV, fatto
dall'avidità di governanti, mafiosi e industriali
capaci solo di pensare al loro esclusivo profitto.
Piove governo ladro, ma noi cerchiamo di non
farci portare via dalla piena, di denunciare
responsabilità, di attivare solidarietà. Piove
governo ladro ed è l'ennesima prova di quello che
si è sempre detto, si è sempre saputo: i governi
servono per devastare i territori, la sicurezza
ambientale siamo in grado di tutelarcela da soli se
mandiamo via i suoi principali devastatori.

Piove governo ladro! Anche per questo saremo
in piazza il 22 febbraio prossimo nella
giornata di mobilitazione nazionale indetta

Centro Studi Libertari "L.Fabbri" di Jesi

sabato 1 febbraio 2014

ElectroDUX - Modello Marchionne Docet


ElectroDUX


E’ il modello Marchionne che trionfa. In Friuli, ma non solo, vicino a Pordenone sono a rischio oltre 500 posti di lavoro dell’azienda svedese che ha quattro stabilimenti sparsi in Italia con oltre 6000 dipendenti. Unico rimedio proposto decurtare gli stipendi del 20%, praticamente la schiavitù istituzionalizzata.

Del resto i nuovi accordi sulla contrattazione sindacale, a firma CGIL, CISL e UIL, benedicono qualsiasi scelta padronale lasciando mano libera nella cancellazione di diritti, salari e futuro, di fatto viene affossato qualsiasi contratto stipulato, dando la possibilità alle aziende di derogare dal contratto sia di fronte ad investimenti sia in caso di crisi, nei fatti sempre.

Poi magari qualche parlamentare, governatore o sindaco si muoverà. Alzerà la voce. Si ergerà a difesa del lavoro cercando di sentire le ragioni di un padronato vigliacco che fa ricatti come la mafia, ruba come una banca fallita, produce come una poltrona di un parlamentare. Poi magari, in nome di un tozzo di pane, si accetterà di tutto. Perché la classe operaia italiana è a questo livello, accettare di tutto pur di avere un minimo di reddito, una parvenza di salario, con i sindacati confederali che di fronte all’arroganza padronale sono in grado sol odi gestire il presente. E male, certi che più passa il tempo più dovranno scegliersi altro da fare perché tanto, dopo decenni di concertazione, collaborazione, complicità il padrone non ha più bisogno di loro.

Poi magari qualcuno dirà che bisogna fare un piano per il lavoro (cioè per i padroni), aiutare la ricerca (cioè l’aziende) sostenere l’iniziativa privata (cioè il mercato), dimenticandosi vite, professionalità, dignità, e futuro. E grandi sostenitori della famiglia italiana, preoccupati più dai matrimoni gay che di altro, che cosa faranno per difendere famiglie che vengono distrutte dalle dure leggi del mercato, lo stesso che loro in parlamento sostengono a spada tratta.

Poi magari in parlamento ci sarà anche una maggiore governabilità. Mussolini aveva avuto bisogno di una dittatura per fare quello che nei fatti si sta realizzando nel paese. De Gasperi non ci riuscì con la legge truffa, mentre un personaggio discusso della politica italiana e all’enfant prodige di un centrosinistra agonizzante trovano il modo per rendere ancora più funzionale il sistema politico italiano agli interessi economici dominanti.

Chissà se Marchionne festeggia per la fusione con la Chrysler o perché vede che il suo modello ha fatto scuola. Del resto l’Electrolux non è che il proseguo di una politica fatta un po’ ovunque in Italia, sia nel privato che nel pubblico. In quest’ultimo caso basta ricordare gli esempi degli accordi capestro fatti in Sanità come a Villa Igea in Ancona o come quelli a suo tempo proposti nella vertenza San Raffaele a Milano.

Al modello Marchionne però ci si può opporre, alla dittatura padronale si deve rispondere con i modelli usati da sempre della conflittualità sindacale, sociale e di classe.


Modello Marchionne Docet





FAI - Federazione Anarchica Italiana:
  • Gruppo “Michele Bakunin” – Jesi;
  • Gruppo “Francisco Ferrer” – Chiaravalle
Gruppo Anarchico “Kronstadt” – Ancona

Fip. Via Pastrengo 2 - Jesi


cattiva salute


Cattiva salute


La buona assistenza sanitaria non è data dal numero dei posti letto occupati. La buona assistenza sanitaria non è data neanche dal numero del personale impiegato e men che meno dai soldi spesi.

La buona assistenza sanitaria è data dalla qualità con cui si tutela la salute pubblica e questa non si crea in pochi giorni. E questa non si migliora a colpi di tagli della spesa pubblica, di posti letto, di chiusura di reparti, servizi, ospedali e riduzione del turn-over del personale. Quello che sta succedendo in questi giorni negli ospedali e nei Pronto Soccorso della Provincia anconetana è qualcosa che riporta indietro le lancette dell’orologio a quando si veniva passava il ricovero in barella, nei corridoi, in mezzo alla confusione. A quando le condizioni assistenziali per pazienti, familiari, infermieri, e medici erano al limite del collasso.

Prepotentemente gli effetti della sciagurata destrutturazione della sanità marchigiana cominciano a farsi sentire, disegnando un presente di disservizi, attese, code, assistenza sanitaria sempre più precaria e difficile. Oggi, mentre domani sarà solo peggio. Addio al pubblico, e benvenuto il privato, con buona pace di chi non avrà i soldi per pagarselo.

Intanto non resta a politici di ogni specie e razza fare la voce grossa, creare confusione, giocare allo scarica barile di responsabilità varie e, soprattutto aizzare una guerra fra poveri fra chi ha mantenuto e chi ha perso servizi e reparti: Jesi, Osimo, Chiaravalle, Senigallia ed altri ancora.

La buona assistenza sanitaria non è data da una classe politica preoccupata di garantire potere agli amici (i soliti posti da primario), commesse agli amici degli amici (appalti vari), concorrenza sleale (chiuso un servizio pubblico, garantito un ambulatorio privato). La buona assistenza sanitaria è data da un servizio pubblico, accessibile e gratuito che sappia gradatamente ridimensionare l’offerta ospedaliera (gradatamente significa anni e non settimane), far da filtro alla domanda (e non far intasare i Pronto Soccorso) e diffondere sul territorio la copertura sanitaria (senza creare mega-ambulatori in mano sempre de primari etto di turno).

Quella che abbiamo oggi non è una buona assistenza sanitaria. Per averla garantita riprendiamoci il diritto alla salute e mandiamo a casa una classe politica (tutta) pericolosissima per la salute pubblica.




FAI - Federazione Anarchica Italiana:
  • Gruppo “Michele Bakunin” – Jesi;
  • Gruppo “Francisco Ferrer” – Chiaravalle
Gruppo Anarchico “Kronstadt” – Ancona


Fip. Via Pastrengo 2 - Jesi

la legge del padrone


legge del padrone.



Lunedì 27 gennaio scorso allo stabilimento CNH di Jesi è stata fatta 1 ora di sciopero spontaneo, coperto dalla FIOM, perché è stato licenziato un operaio, vittima del clima di esasperazione e competizione che da anni regna nello stabilimento di Jesi e non solo.

L’antefatto in breve. Una settimana fa l’operaio interessato aveva avuto uno scatto d’ira verso una collega. Epilogo prevedibile di una storia conosciuta da tutti e da tempo, al punto che il “responsabile della linea” era stato invitato ad intervenire al fine di evitare il peggio, e provvedere così ad uno spostamento degli addetti in linee diverse. Nulla è stato fatto invece per calmare o disinnescare i conflitti interpersonali. Ed eccoci arrivati a lunedì dove, dopo 5 giorni di sospensione, all’operaio che stava rientrando a lavoro alle ore 5 del mattino è stato impedito di varcare i cancelli e gli è stata consegnata la lettera di licenziamento.

Al di là di prese di posizione, simpatie o tifoserie varie, entrambi i lavoratori in oggetto sono vittime dello stesso sistema di lavoro; facce speculari della stessa medaglia, anche se in questo caso l’azienda c’è andata con la mano pesante. Un metro di valutazione che non ha avuto per situazioni analoghe in passato, chè vedevano personaggi “simpatici” all’azienda e per questo esenti da repressione, ritorsioni e provvedimenti gravissimi come il licenziamento.

Insomma la solita storia di ordinaria ingiustizia verso i lavoratori dove la legge del padrone produce tanti pesi e tante misure, ma una sola ottica valutativa: la sua, quella del profitto e del potere. Una legge del padrone che ruba lavoro, discrimina, schiavizza, dimezza le paghe con il ricatto della delocalizzazione, alimentata dalla paura della crisi. Una legge del padrone che come sempre produce ingiustizie, disperazione e umiliazione e fa crescere un senso di frustrazione e una guerra fra poveri utili solo al padrone. Questo almeno fino a quando non si riuscirà a costruire una risposta dei lavoratori che dia voce alla dignità e alla solidarietà contro la guerra di classe che il padrone impunemente sta portando avanti; contro ogni legge del padrone.




FAI - Federazione Anarchica Italiana:
  • Gruppo “Michele Bakunin” – Jesi;
  • Gruppo “Francisco Ferrer” – Chiaravalle
Gruppo Anarchico “Kronstadt” – Ancona
Anarchiche/ci Valcesano



Fip. Via Pastrengo 2 - Jesi