giovedì 29 luglio 2010



volantino distribuito il 28 luglio 2010

Spazi di libertà e diritto di parola



Spazi di libertà e diritto di parola


Di fronte all’uso politico e strumentale della crisi economica e alle sue ricadute sociali negative, dovrebbero aumentare gli strumenti e gli spazi di partecipazione, informazione, socialità a disposizione della collettività. Questo almeno dovrebbe essere in una società che si dice democratica, specie se governata da forze di centro-sinistra, almeno a livello locale.
Purtroppo così non è.
L’amministrazione comunale, troppo impegnata nelle sue diatribe interne, da tempo non fa altro che mettere in vendita spazi di socialità (Via Politi e San Martino), bloccarli in una ristrutturazione infinita (Ex-carceri e Giardini Sacco e Vanzetti), o addirittura toglierli (bacheche pubbliche dell’Arco del Magistrato e in Piazza Federico II).

Il Palazzo dei Convegni è sempre meno accessibile per iniziative pubbliche che non siano prenotate con mesi di anticipo, e la stessa Piazza della Repubblica non prevede l’uso dell’elettricità a chi voglia far sentire la sua voce. La possibilità di affiggere un manifesto, distribuire un volantino, organizzare un dibattito o valorizzare i luoghi di socialità presenti da tempo in città sono necessità che devono essere mantenute e potenziate, e l’Amministrazione Comunale deve dare delle risposte su quanto descritto.

In merito consideriamo importante e necessario riprendere un percorso ampio ed aperto avviato anni fa in tema di spazi di aggregazione e di controinformazione, per costruire un percorso reale di partecipazione dal basso ai bisogni della città, aperto all’associazionismo e ai gruppi politici, contro qualsiasi scelta istituzionale che limiti o condizioni le libertà di espressione collettiva ed individuale.
Vogliamo che si possa continuare a dare parola ai diritti e spazi alle libertà, come tutto un mondo di individui e gruppi, spesso diversi fra loro, da anni fa in città, fuori dagli intrighi, dagli interessi o dalle negligenze del palazzo.


Jesi, Federazione Anarchica italiana, Sez. “Michele Bakunin” – Jesi,Partito della Rifondazione Comunista, Circolo “Karl Marx” – Associazione Brigate di Solidarietà Attiva – Marche, Comitato Diritti e Lavoro, Centro Studi Libertari Luigi Fabbri, Partito dei Carc - Jesi, Qui Jesi Libera, Associazione musicale Valvolare




giovedì 15 luglio 2010

TRATTAMENTO SANITARIO OBBLIGATORIO PROLUNGATO
sicuri da morire?

Ricoveri forzati, alla camera si cambia legge 180 Il rischio e' quello del ritorno dei manicomi
Un tempo li chiamavano matti, e vivevano chiusi nei manicomi. La legge che li ha tolti dalla reclusione forzata, la legge 180 approvata nel 1978 , aveva promesso un'assistenza a misura d'uomo delle persone affette da disturbi mentali, facendo intravedere la possibilita' di un loro reinserimento nella societa'. Dopo 33 anni, in presenza di un bilancio in chiaroscuro di quella riforma, che ha avuto il merito di cancellare la vergogna dei manicomi ma che in molte zone
del paese e' rimasta lettera morta nella creazione di strutture alternative, c'e' chi sta pensando di tornare alle vecchie strutture contenitive. Proprio in questi giorni e' in discussione alla Camera
una proposta di legge presentata dal deputato del Pdl Carlo Ciccioli…. il clou della proposta e' racchiuso in una sigla: Tsop. Significa ''trattamento sanitario obbligatorio prolungato''. Si tratta del ricovero forzato per quei pazienti che secondo gli psichiatri del dipartimento di salute mentale hanno bisogno di un lungo periodo di cure . Il Tsop dura sei mesi , ma puo' essere rinnovato. E' deciso dal sindaco, con l'assenso del giudice tutelare, su proposta del dipartimento di salute mentale che ha in cura il paziente…. L'optimum , per i presentatori della proposta di legge, e' che durante il ricovero coatto, il paziente accetti di firmare un ''contratto terapeutico vincolante''. E' quel ''contratto di Ulisse'' di cui parla Ciccioli nella presentazione della sua proposta: come il protagonista dell'Odissea che si fa legare all'albero della nave nell'episodio delle sirene, il paziente decide di seguire le cure che gli vengono prospettate dallo psichiatra e anche se cambiasse idea, non ci sarebbe nulla da fare, il programma dovrebbe andare avanti….

Tutto l’articolo e alcune foto le trovate al link qui sotto.

http://ansa.it/web/notizie/rubriche/cronaca/2010/07/11/visualizza_new.html_1851353164.html


dal passato di Carlo Ciccioli

giornali del 1974


volantino distribuito al presidio antifascista di Fabriano del 2 Luglio

LO RIBADIAMO : ORA E SEMPRE ANTIFASCISMO!

Antifascismo e violenza fascista sono oggi etichettati dai più come roba vecchia, anacronistica, anni ’70: cose da scontri di piazza, da fotografie in bianco e nero di un mondo che fu. Ma molti, oggi più che mai, sentono il peso della violenza di stampo fascista all’interno di questa nostra Italia nauseabonda. Lo sentono, lo percepiscono ogni giorno sul posto di lavoro e fuori: si passa dalla semplice intimidazione fino alla forma più becera dell’aggressione fisica. Va ormai quasi alla moda attaccare chi non ci sta, chi non accetta le regole di questo capitalismo globalizzato sempre più ributtante. Lo “sfigato”, ovvero chi non fa o segue le tendenze (un comunista, un anarchico, un migrante, ad esempio) viene insultato, emarginato, umiliato, a cominciare dalla scuola, così tristemente appiattita sui diktat gelminiani.
La notte tra il 23 e il 24 giugno, un ragazzo fabrianese è stato aggredito e picchiato da suoi coetanei (i soliti noti? I modaioli squadristi dei bar del centro storico?) perché indossava una maglietta con il ritratto di Che Guevara e perché aveva intonato le note di “Bella ciao”. Un episodio gravissimo che si va ad aggiungere ad una lunga lista di altri analoghi successi negli ultimi anni in varie parti d’Italia, molte volte camuffati dalla stampa locale come semplici scazzottate tra attaccabrighe, magari stranieri.
Con questo recente atto di violenza ci rendiamo conto ancor di più della deriva reazionaria che sta prendendo l’Italia, grazie alle varie leggi liberticide e repressive approvate a destra e a sinistra, che ormai da anni cercano di alimentare e diffondere un clima di tensione sociale volto ad innescare una patetica, devastante “guerra tra poveri. Noi anarchici e libertari ci opponiamo e lotteremo strenuamente fino a quando ogni forma di violenza, ogni forma di fascismo, ogni forma di capitalismo, ogni forma di sfruttamento dell’uomo sull’uomo sarà estirpata.

F.A.I. - Federazione Anarchica Italiana (Sez.”Michele Bakunin” Jesi, Sez.”Francisco Ferrer”- Chiaravalle),
Centro Studi Libertari “Luigi Fabbri” Jesi,
Circolo Libertario “Atillio Franca” Fabriano,
Circolo culturale “Ottorino Manni” Senigallia